Il concetto di Sostenibilità in tutte le sue declinazioni è diventato, fortunatamente, quasi universalmente accettato. Soprattutto, hanno cominciato a farsi carico di promuovere questo paradigma i Governi e le Organizzazioni Internazionali, e questo ha fatto sì che entrasse a far parte del linguaggio comune. Se ci rivolgiamo al passato, si può osservare che questo “nuovo corso” che attribuisce una grande importanza alla salvaguardia dell’ambiente è piuttosto recente. Di fatto, fino a pochi anni fa, l’unico obiettivo che si ponevano gli Stati e la Comunità Internazionale era quello della crescita economica, e i numerosi richiami e gli allarmi della comunità scientifica riguardo il degrado della biosfera terrestre venivano quasi sempre bollati come eccessivamente pessimisti. È sempre difficile, e quasi sempre improprio, attribuire un’origine o un fattore scatenante a un cambio di mentalità su scala globale, sicuramente diverse cause hanno concorso perché l’Umanità prendesse coscenza del grave rischio a cui va incontro, e che non è per niente scongiurato. Vale però la pena analizzare il momento presente, ma non è certo questa la sede opportuna, per cercare di cogliere che cosa sia cambiato rispetto al passato. Qui ci possiamo limitare agli aspetti più evidenti, e che in qualche modo tracciano la strada che stiamo seguendo con questo progetto.

Il concetto di Sostenibilità rappresenta una sintesi di posizioni prima in conflitto e che non si sforzavano di dialogare: da una parte la crescita economica, spesso intesa semplicemente come aumento del prodotto interno lordo, quindi senza cura del reale benessere, dall’altra parte la salvaguardia dell’ambiente, che spesso veniva intesa come un divieto di accesso all’uomo. Il degrado dell’ambiente globale, sempre più accelerato, ha evidenziato i limiti di entrambe queste posizioni. Se infatti è vero che la crescita, prima o poi, dovrà necessariamente arrestarsi, è anche vero che l’Umanità è parte della Natura, per cui queste due entità sono costrette a convivere. Un po’ per volta si sono fatte strada delle idee nuove, che in qualche modo hanno smussato questo conflitto, offrendo delle vie di uscita nuove e spesso promettenti. La prima è che ciò che deve crescere non è la ricchezza monetaria, ma il benessere, il che ha permesso di attribuire valore a ciò che non è bene economico, quale l’aria che respiriamo, il paesaggio, il tempo libero. La seconda riguarda l’idea che possiamo definire “Qualità della Tecnologia”, cioè per ogni problema tecnologico esiste una pluralità di opzioni alternative, e spesso non viene adottata quella più ragionevole, e che abbiamo imparato a definire “Smart”, parola difficile da tradurre in altre lingue per la grande quantità di sfumature del suo significato. La terza idea, e qui ci prendiamo la responsabilità di dichiarare la principale, è quella per cui ogni cittadino/a si può far carico di effettuare azioni orientate alla Sostenibilità, attraverso sperimentazioni, reti, progetti, e in qualche modo dando la linea ai Governi, cui spetta il compito di garantire a questa pluralità di azioni, una certa organicità.

Il progetto Si.E.S. rientra in questa prospettiva. L’obiettivo è quello di sviluppare un sistema a bassissimo costo che sfrutti l’energia solare per produrre abbastanza energia elettrica da soddisfare la domanda di un’utenza domestica. Questo obiettivo a corto raggio ne implica un altro, la cui portata è difficile da prevedere, perché apre la possibilità di adottare lo stesso sistema ovunque nel mondo.

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